Michele
Per volontA� dei genitori, il Messaggero Veneto ha pubblicato questa lettera di Michele, un giovane disoccupato del Friuli che si A? tolto la vita. Con questo gesto e con questa lettera Michele ha dato voce ai 3 milioni di disoccupati italiani, ai 26 milioni di disoccupati in Europa, ai 197 milioni di disoccupati nel mondo. Ormai in Italia non esiste famiglia dove non ci sia un figlio, un parente o un amico disoccupato. La lettera di Michele A? un doloroso atto da��accusa contro la scelleratezza di una societA� che ha speso 20 miliardi per un Jobs Act insensato.
Ho vissuto (male) per trenta��anni, qualcuno dirA� che A? troppo poco. Quel qualcuno non A? in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perchA� sono soggettivi, non oggettivi.
Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere una��arte.
Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per la��altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilitA� A? una grande qualitA�.
Tutte balle. Se la sensibilitA� fosse davvero una grande qualitA�, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo A? mai stata e mai lo sarA�, perchA� questa A? la realtA� sbagliata, A? una dimensione dove conta la praticitA� che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalitA�. Non la posso riconoscere come mia.
Da questa realtA� non si puA? pretendere niente. Non si puA? pretendere un lavoro, non si puA? pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si puA? pretendere di pretendere la sicurezza, non si puA? pretendere un ambiente stabile.
A questa��ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un poa�� non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricitA� o acqua corrente, ma ovviamente non A? piA? un mio problema. Il futuro sarA� un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo.
Non A? assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi puA? costringere a continuare a farne parte. A? un incubo di problemi, privo di identitA�, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.
Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciA? che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non ca��entro nulla con tutto questo.
Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non A? a mia disposizione.
Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non ca��A? mai stato posto qui per ciA? che volevo, quindi in realtA�, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi buy 125 mcg synthroid sento tradito, da una��epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.
Lo stato generale delle cose per me A? inaccettabile, non intendo piA? farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste la��alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non puA? essere un piacere, allora non puA? nemmeno diventare un obbligo, e io la��ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai A? tale che se non faccio questo, finirA� ancora peggio, e di altro odio non ca��A? davvero bisogno.
Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perchA� non mi piaceva nemmeno un poa��. Basta con le ipocrisie.
Non mi faccio ricattare dal fatto che A? la��unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciA? che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte A? solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce alla��individuo, non ai comodi degli altri.
Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo A?. A? solo delusione. Mi A? passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza si, e il nulla assoluto A? sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.
Perdonatemi, mamma e papA�, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene.
Dentro di me non ca��era caos. Dentro di me ca��era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicitA�. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei buy generic viagra from mexico, revatio 20 mg order online. momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non A? un insulto alle mie origini, ma una��accusa di alto tradimento.
P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sA� che ci valorizza a noi stronzi.
Ho resistito finchA� ho potuto.
Michele
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