Incapaci di essere felici
Karl Kraus diceva che a�?Zurigo A? leggermente piA? piccola del cimitero di Vienna ma, in compenso, A? di gran lunga piA? tristea�?. Il a�?World Happiness Reporta�? della��Onu appena pubblicato lo smentisce con una graduatoria elaborata in base a sette parametri: Pil pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita sana, libertA� nelle scelte di vita, generositA�, percezione della corruzione, rapporto tra lunghezza della vita e i parametri socio-sanitari del paese. In base a questa graduatoria della felicitA�, la Svizzera si piazza al quinto posto nel mondo, vincendo smaccatamente sulla��Austria. E ancora piA? vince sulla��Italia, che occupa un miserevole 47A� posto. Ai primi quattro posti si piazzano, in ordine decrescente, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Islanda: dove il clima A? glaciale o, addirittura, la notte dura sei mesi, gli abitanti sono riusciti a compensare questa disgrazia climatica con una serie cosA� ricca di vantaggi umani da guadagnarsi tassi di felicitA� che nessun sole e mare riescono ad assicurare.
Sembra quasi che, dove la vita A? facilitata dalla natura, gli abitanti si illudano che questo basti e smettano di organizzarsi in modo da elevare il loro livello di felicitA�. Finendo, cosA�, per essere infelici. La��Italia A? 32 punti sotto la Germania, 29 sotto gli Usa, 28 sotto la Gran Bretagna, 24 sotto la Francia. Se si analizzano i singoli indicatori, si scopre che la nostra inferioritA� rispetto ai primi in classifica non riguarda tanto i parametri economici quanto il grado di libertA�, generositA�, corruzione. In altri termini, siamo resi infelici dal nostro modo di rapportarci la��un la��altro. Flaiano diceva che la��inferno di Dante non A? fatto altro che di italiani che rompono le scatole ad altri italiani. La graduatoria ONU lo certifica. La��ONU ha anche misurato la felicitA� degli immigrati e la��indice coincide con quello degli autoctoni: significa che la generositA� e la felicitA� procedono di pari passo e che in Italia il nostro razzismo crescente si tradurrA� in felicitA� decrescente.
Peccato che un tempo le cose stessero diversamente e le persone piA? intelligenti dei paesi freddi venissero in Italia proprio per tuffarsi nella��abbraccio felice della grande madre mediterranea. Penso a Grieg, a Ibsen, a Wagner e a Goethe che, soggiornando a Napoli, scrive nel suo diario a�?I napoletani vanno e vengono tutto il giorno in un viagra farmacia de canada, levitra manufacturer. paradisoa�� Si direbbe che qui tutti vogliono partecipare e rendere ancora piA? grandiosa la festa del piacere, che a Napoli si celebra tutti i giornia�� Come si suol dire che colui al quale A? apparso uno spettro, non puA? piA? esser lieto, cosA� si potrebbe dire, al contrario, che non sarA� mai del tutto infelice chi puA? ritornare, col pensiero, a Napolia�� Napoli A? un paradiso. Tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di sA� stessi. A me accade lo stesso; non mi riconosco quasi piA?, mi sembra da��essere un altra��uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei oraa�?. Era il 15 marzo 1787. Sono passati 231 anni e la Germania, patria di Goethe, A? 32 posizioni sopra di noi nella graduatoria della felicitA�!