Nascite in Italia e Germania
Un tempo, in Italia, spopolavano i nomi della Sacra Famiglia e la maggioranza delle persone si chiamava Maria, Giuseppe, Anna e Giovanni. Con l’aggiunta di due santi patroni: Antonio e Francesco. Poi prevalsero i personaggi delle telenovele: Samantha, Patrizia, Igor e Michel. Ora le bambine si chiamano Giulia e Aurora; tra i bambini, grazie a papa Bergoglio, A? riapparso il nome Francesco, affiancato da Alessandro e superato a�� non si capisce perchA� a�� da Leonardo in ben dieci regioni. La maggioranza dei bambini stranieri, invece, si chiama Adam e Sofia. La geografia dei nomi si rinnova mentre resta costante il calo delle nascite.
Ottanta anni fa una donna italiana partoriva in media 2,5 figli; nel 2010 ne partoriva 1,34; oggi ne partorisce 1,26. Negli ultimi otto anni le nascite sono diminuite di oltre 100 mila unitA�, raggiungendo il picco minimo degli ultimi 40 anni. In Germania, invece, hanno raggiunto il picco massimo: mentre lA� sono nati 55.000 bambini in piA? rispetto all’anno precedente, in Italia sono nati 12.000 bambini in meno. PerchA� mai questa evidente divaricazione tra due paesi quasi confinanti? Come A? noto, per preservare la quantitA� di popolazione esistente il tasso di sostituzione deve essere di 2,1 figli per ogni donna. Man mano che le donne autoctone diventano ricche e abbandonano l’agricoltura, smettono di fare figli e il tasso di sostituzione puA? essere mantenuto solo grazie alla maggiore prolificitA� delle donne immigrate.
I bambini nati in Germania nel 2016 sono stati il 7% piA? di quelli nati nell’anno precedente, ma le nascite da donne straniere sono aumentate addirittura del 25%. In Italia, invece, le nascite decrescono sia tra le donne italiane, sia tra le straniere. Nel 2010 ogni donna straniera residente in Italia aveva 2,4 figli; oggi ne ha 1,97. Tra le donne straniere residenti in Italia, le piA? feconde sono, in ordine, quelle di nazionalitA� rumena, marocchina e albanese. Mentre le donne asiatiche e africane tendono ad avere figli con partner della stessa nazionalitA�, le ucraine, le polacche, le moldave, le russe e le cubane mostrano un’accentuata propensione ad avere figli con partner italiani. Praticamente, una donna straniera che arriva in Germania vi trova le condizioni favorevoli per continuare a mantenere la stessa prolificitA� cui era stata educata nel paese di provenienza mentre la straniera che arriva in Italia vi trova condizioni che la dissuadono dalla��avere figli.
Alla nostra scarsa prolificitA� contribuiscono piA? fattori. Il piA? incisivo consiste nel fatto che negli ultimi 10 anni le donne in etA� fertile (15-50 anni), sono calate di quasi di un milione. Oltre a essere meno numerose, le donne fertili hanno minore propensione ad avere figli. Si tende ad avere figli soprattutto se sposati ma i matrimoni diminuiscono (132.000 in meno in 8 anni). Intanto l’etA� media del primo parto A? salita a 32 anni e quindi diventa complicato per una donna avere piA? figli. Le can buy nootropil, best price on arimidex. donne fertili tendono ad avere meno figli per due motivi contrapposti: o perchA� non glielo consente la condizione economica disagiata, aggravata dalla crisi e non compensata da un adeguato welfare; o perchA� la condizione economica agiata induce la donna a privilegiare la carriera sulla maternitA�. Il risultato complessivo A? che cresce il numero di coppie senza figli o con un figlio unico e l’Italia, a differenza della Germania, non riesce ad arginare la propria decrescita demografica neppure con l’apporto delle donne immigrate.