Biografia
“L’uomo – dice Jean Paul Sartre – è ciò che egli fa per essere”.
Nato in Molise, cresciuto in Campania e in Umbria, Domenico De Masi si è dedicato prevalentemente allo studio e all’insegnamento.
Ha viaggiato molto ma i centri principali del suo lavoro sono stati
Milano, Sassari, Napoli e Roma.
In Brasile, dove ha la cittadinanza onoraria di Rio de Janeiro,
ha tenuto conferenze in quasi tutte le grandi città.
La sua biografia è suddivisa in paragrafi corrispondenti ai vari segmenti di vita: la famiglia e gli studi; i campi di attività; il periodo napoletano, milanese e romano; l’insegnamento a Sassari, Napoli e Roma;
la scuola e poi la società S3.Studium; gli altri impegni professionali e civili;
i viaggi in Brasile e in molti altri paesi del mondo; i riconoscimenti ricevuti.
Campi di attività
Le competenze professionali di De Masi, attinenti soprattutto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni, abbracciano ambiti che vanno dal mercato del lavoro alla struttura organizzativa, dalle strategie aziendali alla motivazione individuale, dal telelavoro alla qualità dei prodotti e dei servizi, dai gruppi creativi all’etica, all’estetica e al clima nelle organizzazioni.
De Masi ha iniziato a lavorare subito dopo la laurea come assistente di sociologia all’Università Federico II di Napoli e come ricercatore presso l’Italsider di Bagnoli per conto del centro studi “Nord e Sud”. Ha continuato nella doppia corsia accademica e manageriale fino agli anni Settanta, quando i due percorsi divennero incompatibili e De Masi optò per l’Università.
Il rapporto con il mondo aziendale e sindacale, imprescindibile per l’insegnamento di Sociologia del Lavoro, continua tuttora attraverso attività di ricerca, consulenza, formazione e comunicazione.
Le tappe principali di questo percorso lavorativo sono lo stabilimento siderurgico Italsider a Bagnoli; l’azienda metalmeccanica Cmf del gruppo Finsider a Milano, Bergamo e Livorno; il centro Ifap per la formazione manageriale del gruppo Iri a Roma; la Società S3.Studium sempre a Roma. Innumerevoli sono stati i rapporti professionali di consulenza, ricerca, formazione e comunicazione con altre organizzazioni italiane e straniere.
Riconoscimenti
Nel corso della sua carriera, De Masi ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi.
Citiamo i più importanti:
In Italia:
cittadinanza onoraria di Sant’Agata dei Goti e di Ravello; ordine al merito della Repubblica Italiana; ufficiale della Repubblica; premio Leonardo conferito dalla Confindustria, dall’ICE e dalla Presidenza della Repubblica; premio “Gladiatore d’Oro” conferito dalla provincia di Benevento; premio Fregene;
Premio Eccellenza CFMT 2009 alla carriera.
In Brasile:
cittadinanza onoraria della città di Rio de Janeiro; titolo di Commendatore dell’Ordine del Rio Branco, conferito dal Presidente della Repubblica; medaglia al merito “Anita Garibaldi”, conferita dal Governatore dello Stato di Santa Catarina.
Famiglia e studi
Nato a Rotello (Campobasso) il primo febbraio 1938, ha frequentato il liceo a Caserta e l’Università a Perugia, dove si è laureato in Giurisprudenza con una tesi in Storia del Diritto.
Durante gli ultimi anni di università, parallelamente agli studi di diritto, ha iniziato a coltivare quelli di sociologia. Per un triennio, dopo la laurea, ha fatto la spola con Parigi e si è specializzato in Sociologia del Lavoro.
Si è sposato due volte: prima con Franca Giambelluca, poi con Susi del Santo con la quale vive.
Ha due figlie – Mara e Barbara – e quattro nipoti: Irene, Edoardo, Iacopo e Arianna.
Università
Domenico De Masi ha insegnato ininterrottamente dal 1961 in poi: prima come assistente, poi come professore associato, quindi come professore ordinario e come preside.
In questo arco di tempo si è dedicato prevalentemente alla didattica, applicando metodologie innovative che intrecciano teoria e ricerca. Finora ha avuto oltre 5.000 studenti e 800 laureati. Non ha mai fatto parte di cordate e camarille accademiche. Ecco le varie tappe del percorso:
- Nel 1961 è diventato assistente alla Cattedra di Sociologia presso l’Università di Napoli (Facoltà di Giurisprudenza).
- Nel 1968 è diventato Professore di Sociologia del lavoro all’Università di Sassari (Facoltà di Scienze politiche). Tra i suoi colleghi, Franco Bassanini, Gustavo Zagrebelski, Valerio Onida, Luigi e Giovanni Berlinguer.
- Dal 1971 al 1973 ha insegnato Sociologia presso l’Istituto Orientale di Napoli (Facoltà di Scienze politiche). Tra i suoi colleghi, Massimo Galluppi e Romolo Runcini. In questo periodo ha pubblicato La negazione urbana (Il Mulino, 1971), Sociologia dell’azienda (Il Mulino, 1973), L’industria del sottosviluppo (Guida 1973).
- Dal 1974 al 1977 ha insegnato Metodi e tecniche della Ricerca Sociale presso l’Università Federico II di Napoli (Corso di laurea in Sociologia). Tra i suoi colleghi, Alberto abruzzese, Gino Germani, Luigi Lombardi Satriani. In questo periodo ha pubblicato I lavoratori nell’industria italiana (Angeli, 1974); Dentro l’università. Studenti, classi, corporazioni (Angeli, 1978). Nello stesso periodo ha diretto per l’editrice Clu la collana di scienze sociali e ha organizzato convegni sulle dinamiche di gruppo (con George Lapassade e Vito Volpe) e sulla marginalità a Napoli.
- Dal 1977 in poi ha insegnato all’Università “La Sapienza” di Roma: prima Sociologia alla Facoltà di Magistero, poi Sociologia del lavoro nelle Facoltà di Sociologia e di Scienze della Comunicazione. Di quest’ultima Facoltà è stato anche Preside. Tra i suoi colleghi, Aris Accornero, Federico Butera, Franco Ferrarotti, Bruno Mazzara, Mario Morcellini. In questo periodo ha diretto la collana “La Società” per l’editore Franco Angeli e ha pubblicato Il lavoratore post-industriale (Angeli, 1985); Trattato di sociologia del lavoro e dell’organizzazione (Angeli, 1985-87); Sviluppo senza lavoro (Edizioni Lavoro, 1994); Il futuro del lavoro (Rizzoli, 1999), Ozio creativo (Ediesse 1991e Rizzoli, 2000); La fantasia e la concretezza (Rizzoli, 2003); L’emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950 (Laterza, 1990 e Rizzoli, 2005); Non c’è progresso senza felicità (Rizzoli, 2005); La felicità (con Oliviero Toscani, 2008). Un gruppo di allievi (Cevoli, Merli, Saporito, Stefano, Troiano) ha pubblicato la ricerca Stazione Termini (Angeli, 1979).
Ha stretto amicizia con Achille Bonito Oliva, Luciano De Crescenzo, Roberto Panzarani, Franco Maria Ricci, Antonio Romano, Leonardo Sciascia, Oliviero Toscani, Lina Wertmuller.
- Dal 2011 tiene un corso di Sociologia delle professioni presso la Facoltà di Scienze Sociali della “Sapienza”. Tra i suoi colleghi, Fabrizio Battistelli e Enrico Pugliese.
Napoli
Nel periodo 1961-1963 De Masi si è specializzato in sociologia del lavoro e ha fatto parte del gruppo professionale che si era formato a Napoli intorno alla rivista “Nord e Sud” diretta da Francesco Compagna.
Ai sociologi di questo gruppo, coordinato da Giuseppe Galasso, l’Italisider affidò una ricerca sociologica sullo stabilimento di Bagnoli e, più in particolare, su due temi: il ruolo dei gruppi informali e il ruolo dei sindacati. Intanto altre due équipe – una diretta da Gustavo Iacono e una diretta da Pietro Gennaro – studiavano gli aspetti psicologici e quelli organizzativi dello stabilimento. In questa ricerca, De Masi ricoprì il ruolo di addetto alle relazioni con il personale e di “partecipante osservatore” condividendo per due anni il lavoro degli operai addetti all’altoforno, all’acciaieria e ai laminatoi.
In questo periodo De Masi ha collaborato alle riviste “Il Punto”, “Tempi moderni”, “Nord e Sud” e ha frequentato intellettuali meridionali come Franco Barbagallo, Francesco Compagna, Cesare de’ Seta, Danilo Dolci, Giuseppe Galasso, Massimo Galluppi, Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Massimo Lo Cicero, Domenico Rea, Francesco Rosi, Antonio Vitiello.
Milano
Terminata la ricerca all’Italsider di Bagnoli, De Masi si è trasferito a Milano dove ha lavorato fino al 1996 presso la società CMF del gruppo IRI-Finsider, ricoprendo la carica di responsabile della selezione e della formazione e coordinando lo stat-up di due nuovi stabilimenti a Dalmine e a Livorno.
Per questi avviamenti la CMF conseguì il premio della Comunità Europea come migliore operazione organizzativa dell’anno. I rapporti con i sindacati improntati alla partecipazione, la selezione del personale attraverso rôle playing, la scelta dei capisquadra attraverso test sociometrici, la cura dei rapporti con il contesto esterno, l’attenzione particolare all’estetica dei luoghi di lavoro e alle buone maniere nei comportamenti rappresentarono un raro mix di sapienza organizzativa, coraggio innovativo, sicurezza culturale.
In questo periodo De Masi ha frequentato a Milano il circolo Turati, ha partecipato alla nascita dell’Associazione Italiana Formatori (Aif) di cui successivamente è stato presidente, ha stretto amicizia con Franco Angeli, Renzo Raimondi, Severino Salvemini, Enzo Spaltro, Mario Unnia, Pino Varchetta, Vito Volpe.
Roma
Nel 1966 De Masi si è trasferito a Roma come docente e consulente di Sociologia del lavoro presso l’Ifap, Centro Iri per lo studio delle funzioni direttive aziendali, presieduto prima da Giuseppe Glisenti e poi da Pasquale Saraceno.
All’Ifap è stato docente di Sociologia industriale e poi dirigente fino al 1979, insegnando in numerosi corsi interaziendali insieme ad Aldo Fabris, Gianni Billia, Gino Giugni, Filippo Martino, e partecipando alla formazione del top management in aziende come Eni, Fiat, Glaxo, Pirelli e Sip.
Nel 1974 ha curato tutta la parte sociologica relativa alla realizzazione del Villaggio Matteotti di Terni, progettato da Giancarlo De Carlo con la consulenza di Cesare de’ Seta.
Scuola S3.Studium
Dal 1978 al 2000 De Masi ha diretto la S3.Studium, scuola di specializzazione post-laurea in scienze organizzative, da lui fondata per supplire alla mancanza di master universitari.
- La Scuola forma esperti di ricerca, consulenza, formazione, comunicazione, organizzazione di eventi, editoria manageriale. Non ha scopi di lucro: gli allievi pagano una quota minima per coprire le spese vive; gli insegnanti e i tutor non sono pagati e, convinti che insegnare sia un privilegio, contribuiscono finanziariamente alle spese dell’istituzione.
La Scuola, che ha avuto come direttori Lea Battistoni, Giancarlo Cepollaro e Gilda Morelli, ha formato diecine di giovani professionisti al miglioramento costante della qualità del lavoro e della vita attraverso il rigore dei metodi, l’etica dei comportamenti, l’estetica delle forme. Il paradigma di riferimento era basato sulla società postindustriale, sulla crescita delle persone, sulla creatività individuale e di gruppo, sull’internazionalismo, sull’universalismo, sulla progressiva ibridazione di lavoro, studio e gioco, sulla destrutturazione spazio-temporale delle organizzazioni. Ha sperimentato forme concrete di nuovi sistemi organizzati. Ha promosso nuovi legami tra impresa, università, cultura e politica. Ha ispirato la didattica ai modelli rinascimentali della bottega e dell’accademia rispettando le soggettività, conferendo senso alle esperienze, privilegiando l’emulazione solidale tra gli allievi.
- La Scuola ha contribuito al rinnovamento della Sociologia del lavoro e delle organizzazioni attraverso la pubblicazione di saggi e libri, tra cui L’avvento post-industriale a cura di D. De Masi (Angeli, 1985); Manuale di ricerca sul lavoro e sulle organizzazioni a cura di D. De Masi (La Nuova Italia, 1995); Il lavoratore post-industriale di D. De Msi, R. Raimondi e altri (Angeli, 1985); Il presente è l’avvenire di Zsuzsa Hegedus (Angeli, 1985); Trattato di sociologia del lavoro e dell’organizzazione a cura di D. De Masi e Angelo Bonzanini (Angeli, 1985-87); Altre organizzazioni, a cura di Delia Zingarelli (Angeli, 1986); Dove va il lavoro industriale? di D. De Masi e G. Cepollaro (Angeli, 1998); L’emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950 a cura di D. De Masi (Laterza 1990 e Rizzoli 2005); Pubblica Amministrazione e cambiamento organizzativo, a cura di F. P. Arcuri, C. Ciacia e M. La Rosa (Angeli, 1994); Outplacement di C. Rossi (Angeli, 1996); Il castello infranto di Fabrizio Giulietti, Katia Gotnich e Stefano Palumbo (1996); Le parole nel tempo a cura di D. De Masi e Dunia Pepe (Guerini, 2001).
- La Scuola ha contribuito al rinnovamento della Sociologia del lavoro e delle organizzazioni anche per mezzo di seminari e incontri pubblici, convegni, rassegne e mostre. Molte ti queste attività si sono tenute presso il centro culturale “Forum”, gestito dalla Scuola attraverso un gruppo di suoi allievi. Altre si sono tenute in varie località italiane e straniere.
Società S3.Studium
Quando, nel 2000, l’ordinamento universitario ha istituito i master universitari, De Masi ha organizzato presso la Facoltà di Scienze della comunicazione, di cui era Preside, il “Master in Comunicazione e Organizzazione”. La scuola S3.Studium non ha avuto più ragione di esistere e si è trasformata in società di consulenza, ricerca, comunicazione, editoria e formazione, rivolta soprattutto al mondo manageriale.
La Società, che opera attraverso un piccolo nucleo di professionisti (Elisabetta Fabiani, Camilla Monda, Stefano Palumbo, Francesca Zaffino) e una vasta rete internazionale di prestigiosi esperti esterni, diffonde in Italia e in Brasile le tematiche manageriali della società postindustriale, della creatività e dei gruppi creativi, del telelavoro, dell’organizzazione di eventi, delle ricerche previsionali condotte secondo il metodo Delphi.
Attraverso il “Club S3” la Società organizza convegni, rassegne e incontri di cultura manageriale. Per più di trenta anni la Scuola prima e la Società poi, hanno realizzato a L’Aquila. In collaborazione con la Telecom, un seminario sul futuro dell’Italia e a Ravello un seminario sulla creatività organizzata. La Scuola ha pure realizzato un benchmarking annuale dei venti festival più importanti d’Italia che si è tenuto in Costa Smeralda, ad Anacapri, a Ravello e a Sant’Agata dei Goti. Ha organizzato anche un “Festival della Formazione” a Mirano (Venezia) e altri festival a Positano, Vicenza, Montesarchio e Florianopolis ( Brasile).
A partire dal 1998 la S3.Studium pubblica la rivista Next. Strumenti per l’innovazione, ideata e diretta da De Masi, disegnata da F.M. Ricci. Accanto alla rivista, la S3 pubblica con l’editore Guerini una collana di studi e ricerche.
Altri impegni
Oltre all’organizzazione della scuola di specializzazione manageriale S3.Studium, Domenico De Masi ha svolto altri ruoli di impegno civile:
Ha contribuito al movimento per la costruzione dell’auditorium “Pietrarosa” di Pollina (Palermo).
Ha fondato ed è stato presidente della SIT, Società Italiana per il Telelavoro che si è battuta per la diffusione e la regolamentazione del lavoro destrutturato.
E’ stato presidente dell’Associazione Nazionale Formatori (AIF). E’ stato presidente dell’Istituto Nazionale di Architettura (In/Arch), un prestigioso sodalizio creato da Bruno Zevi per accompagnare criticamente lo sviluppo dell’architettura e la formazione degli architetti. Per suo statuto, il presidente dell’In/Arch non può essere un architetto. Il prof. De Masi è stato l’ultimo Presidente dell’Istituto prima della scomparsa di Zevi e, durante la sua carica, si è proposto di spingere i Soci a riflettere sulle conseguenze che il paradigma postindustriale proietta sul ruolo dell’urbanista, dell’architetto, del designer. A tale scopo, sono state moltiplicate le occasioni di incontro, di visite, di sopralluoghi, e, al tempo stesso, sono state rafforzate le strutture organizzative dell’organizzazione, sia a livello centrale che territoriale.
Dopo la scadenza del suo mandato di presidente dell’istituto, De Masi è stato chiamato a presiedere il Premio Nazionale In/Arch che comprende quattro sezioni, rispettivamente dedicate alle nuove opere architettoniche, ai restauri, ai giovani architetti e ai giornalisti che trattano il problema dell’architettura.
E’ stato assessore alla cultura e al turismo del Comune di Ravello (1994-95), battendosi per un turismo di qualità centrato sulla cultura. In quegli anni ha trasformato il Ravello Festival, precedentemente breve e limitato alla musica classica, in una manifestazione estesa durante tutta l’estate e aperta ad altri generi culturali come la prosa, la danza, le arti visive.
Nel 1909 è stato presidente del Parco del Cilento dove ha avviato una politica basata sull’autogestione dei vari settori merceologici e culturali.
Per due mandati, dal 2002 al 2010, è stato presidente della Fondazione Ravello, rilanciando il Ravello Festival e conducendo una tenace battaglia per la realizzazione dell’Auditorium progettato dall’amico Oscar Niemeyer, che gliene aveva regalato il progetto. Con De Masi, a Ravello, hanno collaborato Achille Bonito Oliva, Lina Wertmuller, Cesare de’ Seta, Giuseppe Cacciatore, Pio Baldi, Ermete Realacci, Oliviero Toscani, e molti altri.
A Ravello De Masi ha pure fondato e realizzato per quattro anni la Scuola Internazionale di Management Culturale per professionalizzare i neo-laureati nell’organizzazione di eventi. In questo lavoro è stato coadiuvato prima da Giancarlo Di Paola, poi da Calogero Catania.
Con Ermete Realacci e Alessandro Profumo ha fondato Symbola, associazione delle imprese eccellenti.
E’ membro del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi.
Brasile
Ha tenuto conferenze e svolto ricerche in Brasile, dove molti suoi libri sono tradotti e il suo pensiero è molto diffuso. Nel 2010 la città di Rio de Janeiro gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
In Brasile ha stretto amicizia con Roberto d’Avila, Cristovam Buarque, Ellen Gracie, Jaime Lerner, Roberto Irineu Marinho, Oscar Niemeyer, Luis Henrique da Silveira, Ivo Pitanguy.
Viaggi
Ha viaggiato, tenuto lezioni e conferenze anche in molti altri Paesi,
tra cui Argentina, Cina, Congo, Egitto, Messico, Marocco, Stati Uniti, Venezuela.